Io, Cancro, ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Ho scrutato lune immense, intrise di melanconia, che incombevano sopra di me quasi a fagocitarmi, che mi trattenevano, come se contenessero le emozioni e i liquidi di un illimitato, enorme, ventre materno. Ne ho avuto paura, mi sono nascosto e sovente sono fuggito. Eppure, quel ventre nel quale mi son perso è quello dentro il quale ardo di ritornare. Sì! cerco la gran Madre che mi accoglie, e il seno procace dalla pelle diafana, debordante latte bianco che mi purifica e nutre. Io vivo dal primo vagito il viaggio che mi riporta a Itaca, alla casa delle emozioni. E in questo viaggio ne ho viste di cose… ho letto pagine intere scritte con ricercate composizioni, e imbrattate di poesia; notti interminabili cercando di dar forma a un’assenza e peso a una nostalgia. Io porto nel vostro mondo echi di altri mondi, io consegno allo zodiaco l’acqua e il mare dei turbamenti. Sono il segno della memoria, del ricordo, dell'onirico. Sono colui che da mesi viene osteggiato da Urano e Giove, e ferito da Plutone, e che in queste energie contrastanti si ancora al ritrovato coraggio di un Marte favorevole, e alla fantasia, mia guida e maestra. Sono diverso da voi, e sono mutato persino a me stesso. Non mi chiudo più nel mio guscio, non fuggo, non mi sottraggo, non diniego, ho imparato nuove posizioni. Mi sveglio a un nuovo modo d’interagire con il circostante, a un nuovo impulso d’amore. Non mi confonde la Luna in opposizione il 30 e il 31. Io siedo, e con serena pazienza attendo ora che le nuvole ridisegnino il Cielo (continua nelle previsioni del nuovo anno)…
Ho salutato il solstizio d’inverno, mi sono inchinato, e ho aperto il mio cuore a questa nuova luce.